Scrittore Elio Veltroni

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Nel 1943, dopo l'armistizio, che l'Italia, militarmente sconfitta, politicamente
inespressiva ed economicamente fallita, fu obbligata a firmare a favore degli alleati, Elio Veltroni si vide coinvolto in una disastrosa battaglia contro i propri alleati tedeschi.
Nella lotta per sopravvivere, in un'Italia devastata dalla guerra e traumatizzata dagli odi fra fazioni politiche, di partito e classi sociali, non trovò il clima favorevole alla sua indole di realizzatore. Risolse, allora, cercare in un altro paese la pace che gli potesse permettere di lavorare e prosperare. Fu così che nel novembre del 1951 emigrò in Brasile, dove si applicò nel campo della tecnologia. 
Nel 1987, nella condizione di pensionato, cominciò a scrivere le sue memorie. Nel settembre del 1998, nel rientrare definitivamente in Italia, aveva già scritto, in italiano e tradotto in portoghese, "I Paesaggi del Tempo nella Valle delle Pietre" (570 pag.) e "Lettere dal Fronte" (280 pag.) e, in Italiano, "Lettere a Lucia" di 275 pagine.
Vidi una bocca enorme aperta fino agli orecchi, che mi sorrideva con una smorfia sinistra e terrorizzante. Una scheggia aveva ucciso quell'infelice, sfregiandolo orrendamente con una risata di morte.
Avrebbe voluto trovarsi con Marta in un angolo qualsiasi del pianeta, per assistere assieme a lei alla sintesi della sua immagine con uno di quei tramonti.

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I Paesaggi del Tempo nella Valle delle Pietre



"I Paesaggi del Tempo nella Valle delle Pietre"

Libro I Paesaggi del Tempo nella Valle delle Pietre Elio Veltroni nacque da genitori toscani il 21-03-18, nel villaggio di Poggio Sannita, nel Sannio, terra di temibili montanari che, la gente del luogo dice, e la storia conferma, hanno sconfitto e umiliato i romani nel 321 a. C, nelle Forche Caudine, facendoli passare sotto il giogo. 
La madre, insegnante elementare, subito dopo la nascita del figlio, fu trasferita in un altro villaggio, questa volta nelle Alpi Orientali, 
in una valle per dove passarono 
i barbari che agognavano le terre fertili e affascinanti dell'Italia, e finirono per inferire il colpo finale all'Impero Romano, corrotto e decadente. Completò gli studi nella città di Vicenza, ottenendo il diploma di perito industriale. Combatté nella guerra a Rodi, col grado di tenente d'artiglieria. Nel 1943, dopo l'armistizio, che l'Italia, militarmente sconfitta, politicamente
inespressiva ed economicamente fallita, fu obbligata a firmare a favore degli alleati, Elio Veltroni si vide coinvolto in una disastrosa battaglia contro i propri alleati tedeschi. Vittorioso nel campo di battaglia, per la codardia dello Stato Maggiore dell'isola, fu
costretto a consegnare le armi, considerato traditore e fatto prigioniero. La cattività la trascorse nei campi di prigionia della Germania e della Polonia. Nella primavera del 1945, riuscì a fuggire attraversando il fronte di battaglia e si consegnò agli inglesi, che lo mantennero inattivo, per interminabili otto mesi, in un campo di smistamento. (In quel momento, nei campi di raccolta della Germania, c'erano dieci milioni fra prigionieri, deportati, sbandati e avventurieri; mancavano trasporti, e le vie di comunicazione erano distrutte). Nella lotta per sopravvivere, in un'Italia devastata dalla guerra e traumatizzata dagli odi fra fazioni politiche, di partito e classi sociali, non trovò il clima favorevole alla sua indole di realizzatore. Risolse, allora, cercare in un altro paese la pace che gli potesse permettere di lavorare e prosperare. Fu così che nel novembre del 1951 emigrò in Brasile, dove si applicò nel campo della tecnologia. Nel 1987, nella condizione di pensionato, cominciò a scrivere le sue memorie. Nel settembre del 1998, nel rientrare definitivamente in Italia, aveva già scritto, in italiano e tradotto in portoghese, "I Paesaggi del Tempo nella Valle delle Pietre" (570 pag.) e "Lettere dal Fronte" (280 pag.) e, in Italiano, "Lettere a Lucia" di 275 pagine. In Italia, scrisse, in italiano, "Guerra: Dialoghi di Armi e d'Amore" (328 pag.) e in portoghese, "Cartas para Vera " di100 pagine. ("Lettere a Vera"). Attualmente, sta scrivendo, in italiano, "Sotto i Cieli della Croce del Sud", dove racconta la storia dei 47 anni vissuti in Brasile, che avrà come sfondo gli aspetti sociali, storici, politici e culturali del grande paese. Il libro "I Paesaggi del Tempo nella Valle delle Pietre" (la sua vita di bambino e adolescente ricordata in un viaggio fatto in quel luogo dopo cinquant'anni d'assenza), comincia così: "Sorgono dalle ombre i fantasmi destati dal rivivere delle fiamme dei fuochi che arsero nell'infanzia e, mentre scrivo queste memorie, io vedrò staccarsi con un fremito di vita morente, dai faggi d'autunno di quei boschi, le foglie infuocate dall'ultima occhiata rovente del sole che calava dietro i monti. Da queste linee esalerà, come dai covoni di fieno accovacciati sui prati falciati e assopiti nell'aria tiepida delle ultime sere d'estate, il profumo delle erbe e dei fiori distillato dal calore del sole, che la brezza vespertina rapiva e riponeva dolcemente sulle balze, negli anfratti, nei solchi della terra, nei casolari e nelle rughe del cuore." Il libro termina così: Addio Pietratagliata! Addio per sempre, terra della mia felicità perduta, terra che il fato vuole chiudere dentro le frontiere dell'oblio. Io non ti dimenticherò. Ti ricorderò sempre come se tu fossi stata un bel sogno interrotto nell'istante più intenso, in un momento d'estrema felicità e bellezza. Vado lontano, in un paese straniero aldilà dell'oceano, da dove sono venuto per rivederti, terra amata, dove il destino ha fissato la mia dimora e dove, fino all'ultimo giorno, io non scorderò il fantastico viaggio attraverso "I Paesaggi del Tempo nella Valle delle Pietre". Dal libro "Lettere dal fronte". Il sole nascente mi svegliò. Accecandomi. Per non essere disturbato dai raggi offuscanti mi volsi di fianco e, quando gli occhi si furono abituati all'ombra, mi sentii colpito da un agghiacciante sguardo vitreo e azzurro. Vidi una bocca enorme aperta fino agli orecchi, che mi sorrideva con una smorfia sinistra e terrorizzante. Una scheggia aveva ucciso quell'infelice, sfregiandolo orrendamente con una risata di morte. Io, senza saperlo, avevo dormito tutta la notte fra i cadaveri di soldati tedeschi e italiani, alcuni dei quali avevano il viso, le membra e le uniformi imbrattate di sangue coagulato e rinsecchito. Dal libro "Guerra: dialoghi di Armi e d'Amore". Si sarebbe potuto dire, che la composizione d'insieme di quest'incantevole creatura proibita, sintetizzasse le immagini che si ricordano dei tramonti d'oro di una tarda estate sull'orlo curvilineo di remote colline. Avrebbe voluto trovarsi con Marta in un angolo qualsiasi del pianeta, per assistere assieme a lei alla sintesi della sua immagine con uno di quei tramonti. Nel risveglio dei mattini, dopo aver amato Marta in realistici sogni notturni, la frustrazione dell'inganno gli faceva venire la voglia di gridare e di sbranare i cuscini.

 
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